Molise

Apicoltura Trucco: un miele fatto di ambrosia 768 1024 Molise Eccellenze

Apicoltura Trucco: un miele fatto di ambrosia

Aristotele lo definiva “rugiada celeste” che le api raccolgono dai fiori o intercettano negli strati superiori dell’aria, Plinio lo chiamava “saliva delle stelle”. Dario Trucco e sua moglie Sandra hanno fatto del miele una vera e propria dedizione nella loro azienda di famiglia. “L’Apicoltura Trucco è nata a Petrella Tifernina nell’ottobre 2012, quando ci siamo trasferiti dalla Liguria in Molise”. Una sorta di ritorno alle radici, visto che il papà di Sandra è originario proprio di Petrella Tifernina: “La scelta di questo lavoro è il risultato della storia e delle potenzialità che offre il territorio molisano”. Tra l’altro, l’attività di Dario e Sandra si inserisce nella tradizione di apicoltura “petrellese”, della quale ci sono testimonianze e foto di attività apistiche importanti attive nel territorio già agli inizi del 1900.

La missione è quella di praticare apicoltura a 360 gradi, non solo attraverso il miele, ma anche con la produzione di polline, pappa reale e propoli; in particolare, è Sandra ad occuparsi della pappa reale e dell’allevamento delle api regine: “Sandra si dedica molto alla parte pratica, mentre io di più alla parte organizzativa del lavoro e della gestione di tutta l’azienda. Ci compensiamo”. In più, a proposito di pappa reale, l’azienda è socia del consorzio nazionale di tutela e valorizzazione della pappa reale italiana – COPAIT – motivo per cui viene applicato un disciplinare di produzione per la certificazione di qualità della pappa reale. Da quest’anno, inoltre, c’è un nuovo arrivato: l’Idromiele, una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del miele.

Dal 2016 l’azienda di Dario e Sandra è nel circuito del Prodotto Topico che valorizza i prodotti tipici e le preparazioni tradizionali dei comuni aderenti al progetto e, nel 2020, l’azienda ha ricevuto la certificazione Biologica che attesta la qualità dei mieli prodotti; Dario, inoltre, è presidente di un’associazione molisana di apicoltori.

La voglia di far conoscere l’affascinante mondo degli alveari ha portato i titolari ad affiancare anche l’attività didattica delle scuole attraverso lo svolgimento di laboratori: il comune di Petrella, infatti, ha affidato all’azienda la gestione di un ex rifugio forestale, dove Dario e Sandra possono spiegare ai bambini il misterioso mondo delle api e la loro grande importanza, spesso sottovalutata, per l’ambiente: “Il lavoro con le api, a contatto con loa natura, ci ha ridonato consapevolezza dei cicli stagionali legati allo scorrere del tempo e dell’importanza delle api all’interno del nostro ecosistema ambientale”.

Un fiore all’occhiello dell’azienda tanto apprezzato dai clienti è il miele di Sulla, miele tipico molisano, oltre, naturalmente, ai classici miele Millefiori, miele Girasole, miele di Coriandolo (quest’ultimo molto apprezzato nelle zone del Lazio) e, per i palati più particolari, il pregiato miele di Castagno.

“La nostra speranza è quella di mantenere l’apicoltura come attività principale”: portare avanti un mestiere così tradizionale e delicato come quello dell’apicoltore che si sposa e non si sposa con l’avvento delle nuove tecnologie è sicuramente una delle sfide che l’azienda si impegna a portare avanti, attraverso studio e aggiornamento continuo. “L’apicoltore deve saper comprendere le api, quasi ascoltarle, e intervenire per limitare i danni il più possibile”. Insomma, una vera e propria cura instancabile di un insetto tanto misterioso, quanto importante, produttore di un alimento prezioso ed imprescindibile per la catena alimentare.

Per saperne di più: Apicoltura Trucco

Montaquila – Sagra della Frittata 1024 802 Molise Eccellenze

Montaquila – Sagra della Frittata

La valle del Volturno – il fiume più lungo del sud Italia n.d.r – è ricchissima di storia, natura e anche dal punto di vista della gastronomia. Uno dei piatti tipici è la frittata. All’apparenza semplice, tutti ci siamo cimentati almeno una volta nella sua preparazione. In quest’angolo di paradiso, però, ha raggiunto livelli di eccellenza.

Tipica del periodo pasquale viene comunque preparata durante tutto l’anno, con una particolarità però: “sotto le cento uova non chiamatela frittata” si dice in zona. Ebbene sì, un mega frittatone pronto a sfamare intere famiglie.

Il centro però che l’ha portata ad un livello nettamente superiore è Montaquila; posto su un’altura a dominio proprio del fiume, insieme alla frazione di Roccaravindola cela piccoli gioielli, dai resti del castello al primo affresco mai realizzato ritraente uno zampognaro. Tra le tradizioni, invece, menzione d’onore è per la frittata, anzi, la sagra della frittata.

Tale manifestazione, che si ripete con cadenza annuale in primavera, oltre al folklore, la musica ed eventi collaterali mette al centro proprio la frittata…e che frittata!

Ogni anno se ne realizza una più grande, con più uova. Al momento il record è di 1651 realizzata nel 2019. Poi due anni di stop causa pandemia e nel 2022 si torna più forti che mai con una preparazione da ben 1782 uova (se 1651 non vi fossero bastate). Un numero impressionante ma anche simbolico: nel 1782 infatti un avvenimento: gli abitanti ricostruirono, con il proprio lavoro, il campanile della chiesa di Santa Maria Assunta, elemento poi diventato caratterizzante di tutto l’abitato.

Una sagra solo di nome, come da motto del 2022; la frittata di Montaquila negli anni ha infatti riscosso notevoli successi e attirato l’attenzione da varie parti fino alla codifica dall’Accademia Italiana della Cucina e la sua registrazione con il marchio De.Co avvenuta il 25 giugno 2019.

Credit foto: turismoinmolise
Agnone – La ‘Ndocciata 1024 683 Molise Eccellenze

Agnone – La ‘Ndocciata

Nel verde incontaminato dei boschi dell’alto Molise sorge Agnone, paese più grande di questa zona e tra i più rilevanti dell’intera Regione. Sorto su una collina domina la vallata che lo divide dal vicino Abruzzo e che permette di ammirare panorami incantevoli.

Ricco di chiese ed opere d’arte ha la caratteristica di avere un quartiere cosiddetto “veneziano” in quanto, nell’XI secolo, il condottiero Landolfo Borrello tornò in paese, dopo aver prestato servizio per la Serenissima, portando con sé diverse famiglie che qui resero il quartiere simile alle strade di Venezia oltre a dar il via alla lavorazione dell’oro, del rame e del ferro.

Numerose sono dunque le eccellenze del comune ma una spicca sulle altre: è la ‘Ndocciata, il più grande rito del fuoco al mondo. Risalente pare addirittura ai Sanniti, rievoca gli abitanti delle contrade che la notte di Natale salivano in paese per assistere alla messa di mezzanotte e che, per illuminare il percorso, utilizzavano le “’ndocce”, ovvero torce realizzate con legno di abete e fasci di ginestre.

Immaginate le campagne “tingersi” di rosso, un fiume di fuoco spinto dalla sola fede. E questo fiume continua tutt’oggi. Alla tradizionale sfilata del 24 dicembre se ne è aggiunta una anche per i turisti, la sera dell’8 dicembre affinché più persone possano prendervi parte.

La processione parte con i bambini che portato delle piccole n’docce fino ad arrivare all’ultima composta anche da più di venti; un peso considerevole, ma che per fede e tradizione si porta con gioia ed orgoglio. Al termine tutte le ‘ndocce vengono ammucchiate nel grande e caloroso “falò della fratellanza”.

Il calore, il crepitìo, la commozione e la passione riempiono il cuore e non possono lasciare indifferenti; soprattutto se, per i più coraggiosi, ci si riporta a casa anche tanto fumo e qualche abito sbruciacchiato.

Credit foto: turismoinmolise
COLLE TINTO: UN VINO TRA PASSIONE E TRADIZIONE FAMILIARE 1024 683 Molise Eccellenze

COLLE TINTO: UN VINO TRA PASSIONE E TRADIZIONE FAMILIARE

Sulle verdi colline di Castropignano, nel 2017, nasce l’azienda vitivinicola “Colle Tinto” con un unico scopo: quello di produrre esclusivamente la Tintilia, vino autoctono del Molise. “In realtà, la storia di Colle Tinto affonda le radici in una storia familiare, cominciata agli inizi del Novecento, fatta di lavoro e passione per la produzione di uva e vino di qualità, rispettando ambiente e territorio e affiancando sistemi di produzione tradizionali alle tecnologie moderne”. La missione dell’azienda è stata, fin da principio, quella di recuperare un’antica coltura tradizionale, che in passato era stata abbandonata per essere sostituita da vitigni di minore pregio, ma maggiore resa.

Una produzione che ben si sposa con la zona in cui nasce l’azienda, poiché si tratta di un’area particolarmente vocata alla produzione del vino Tintilia. “La nostra visione è quella di declinare la qualità del vino secondo l’esperienza contadina acquisita negli anni e in accordo con le più recenti tecnologie e studi sulla viticoltura”.

Naturalmente, il nome dell’azienda è un richiamo originalissimo al nome del prodotto Tintilia, nonché alla sua collocazione territoriale.

Il segreto della bontà e dell’alta qualità risiede in un attento e processo produttivo altamente qualificato: in particolare, “l’attenta potatura, la scelta delle gemme, il giusto distanziamento tra i grappoli verdi e il diradamento delle foglie permettono di ottenere uve con una perfetta maturazione, raccolte a mano solo dopo un accurato monitoraggio del grado zuccherino”. Ovviamente, il Vino rosso doc è ottenuto esclusivamente da uve Tintilia.

La speranza di quest’azienda, dalle antiche radici, ma ancora molto giovane, è quella di continuare a crescere: “Ci piacerebbe affermarci come una delle attività più importanti a livello regionale per la produzione di vini di qualità. Inoltre, ci auguriamo di riuscire ad organizzare in futuro eventi promozionali, come ad esempio tour guidati per clienti con immancabile degustazione del prodotto”.

Un’azienda che nasce, dunque, dalla passione e dalla tradizione familiare, con l’instancabile volontà di puntare sempre più al massimo.

Per saperne di più: Il Colle Tinto

I Fucilieri di San Giuliano del Sannio 831 1024 Molise Eccellenze

I Fucilieri di San Giuliano del Sannio

L’odore della polvere da sparo si propaga nell’aria, e diventa più intenso man mano che i Fucilieri di San Nicola avanzano verso la sacra statua per proteggerla. Questa è la scena che, ogni 9 maggio, si ripete a San Giuliano del Sannio (CB), in occasione della festa patronale in onore di San Nicola.

La Storia

La leggenda racconta che la Statua di San Nicola si trova a San Giuliano perché i buoi che la trainavano in direzione Bari, quando arrivarono nel paese molisano, si fermarono e non vollero più rimettersi in cammino. Ciò fu interpretato dalla popolazione del luogo come un messaggio divino: il Santo aveva deciso di restare in quella terra. A questo punto, la leggenda intraprende due strade: la prima narra che, in segno di festa per quanto accaduto, vennero fatti esplodere dei colpi di fucile; la seconda, racconta che i colpi di fucile furono necessari contro chi voleva far continuare il cammino della Statua. Nel tempo, il numero dei Fucilieri è aumentato sempre più fino a quando nel 1995 è nata l’Associazione “I Fucilieri di San Nicola”, al fine di regolamentare l’uso delle armi. Attualmente, l’Associazione conta circa 60 Fucilieri attivi di diverse età e provenienze. Sono diversi, infatti, i casi di sangiulianesi emigrati che, in occasione della festa, tornano per offrire “protezione al Santo”.

Credit foto: Lollo De Gregorio
Caseificio Monforte: a tavola con gli antichi sapori 896 1024 Molise Eccellenze

Caseificio Monforte: a tavola con gli antichi sapori

“La genuinità degli antichi sapori al centro della città”. È questo uno degli obiettivi dell’Antico Caseificio Monforte, fondato nel 1941 da Libero Gianfagna.

“Alla nascita – racconta Giuseppe Carlo Gianfagna- il Caseificio era situato in Via Firenze a Campobasso. Poi, nel 1971, i miei nonni, Giuseppe e Filomena, decisero di spostarsi in Via Monforte dove ci troviamo ancora oggi. Dopo la gestione di mio padre e mio zio, Libero e Giancarlo, l’attività è passata a me e mia sorella Giuliana”.

Una storia lunga che, sicuramente, deve gran parte del suo successo all’impegno volto a mantenere negli anni una lavorazione completamente artigianale.

“Noi utilizziamo esclusivamente latte molisano, lavorato in modo completamente artigianale come facevano i nostri bisnonni 80 anni fa. In questo modo, riusciamo a garantire ogni giorno prodotti genuini e freschi di giornata”.

È così che il Caseificio Monforte ha conquistato sempre più palati, diventando una tradizione di famiglia anche tra i suoi clienti.

“Nel corso del tempo si sono aggiunti nuovi clienti come, per esempio, molti studenti fuorisede. Altri, invece, ci scelgono da diverse generazioni. Mi torna in mente una signora che nel periodo pasquale è venuta in negozio perché nella ricetta della pastiera lasciata da sua madre era indicato che veniva ad acquistare la ricotta da noi”.

Ad ampliare la clientela sicuramente ha contribuito anche la capacità del Caseificio di rimanere al passo con le nuove esigenze dei clienti.

“Da qualche tempo, siamo attivi su Glovo oppure raccogliamo gli ordini dai nostri canali social per poi spedirli agli interessati”.

Dunque, una costante attenzione alla qualità e ai cambiamenti del tempo che cattura perfino i Diavoli dei Misteri.

“Dal 1971, in occasione del Corpus Domini, il Mistero di Sant’Antonio Abate si ferma davanti al nostro negozio per ricevere in omaggio un Caciocavallo. Questo ci lega molto alla tradizione dei Misteri”.

E, per il Caseificio Monforte, dal Diavolo all’acqua santa il passo è breve.

“Quando è venuto Papa Francesco a Campobasso, ci hanno chiesto di preparare dei prodotti per lui. È stata per noi una grande emozione e soddisfazione, così come quando abbiamo ricevuto il Marchio Italiano di Garanzia. In negozio, ogni tanto vengono a trovarci anche alcuni artisti famosi come Edoardo Siravo. Un’altra cosa che ci rende molto fieri è quando delle attività ci scelgono come rifornitori, preferendo per i clienti i nostri prodotti”.

A volte, prodotti di un’Eccellenza molisana che vengono dati a un’altra Eccellenza molisana come nel caso del Ristorante Monticelli Saperi e Sapori.

Per saperne di più: Caseificio Monforte

BAS&CO: una pizzeria da incanto 768 1024 Molise Eccellenze

BAS&CO: una pizzeria da incanto

“Sannio! Terra d’incanto”. È questo il motto della pizzeria BAS&CO a Pesche (IS), che da più di dieci anni porta a tavola gli antichi sapori della tradizione culinaria del Sannio.

“La nostra azienda -racconta Biagio, uno dei proprietari- nasce nel 2010 per volere mio e di mia moglie Dora, da sempre innamorati del nostro territorio e con il sogno di aprire un’attività incentrata su tutto quello che viene prodotto nel Sannio in modo artigianale e rigorosamente a km 0. I primi anni, io mi occupavo del lato pizzeria; invece, mia moglie della preparazione artigianale dei fritti in cucina”.

E così, Igor e Dora, tra una frittatina di pasta e una pizza a lunga lievitazione, hanno conquistato sempre più clienti, riuscendo a trasmettere la loro passione anche ai più piccoli della famiglia. “Oltre a Carmen, Davide, Salvatore, Giuseppe e Mary che, con diversi ruoli, ci aiutano in pizzeria, nell’attività lavorano anche i nostri tre figli. Igor ha dimostrato da subito l’interesse per il comparto pizzeria, fino a diventare oggi la punta di diamante dell’attività. Lui, infatti, oltre ad essere primo pizzaiolo, si occupa del marketing aziendale e della gestione del personale di sala. Giannicola, invece, il nostro ultimo figlio, oltre ad aiutare Igor, si dedica alla realizzazione delle pizze senza glutine. Poi, ci sono Irene ed Ilenia che si occupano, rispettivamente, della gestione dei clienti in sala e della pasticceria. Ilenia è entrata nel gruppo da circa due mesi, dopo aver concluso gli studi in una scuola di pasticceria ed aver lavorato in Francia presso ristoranti e pasticcerie”.

Dunque, un grande team legato dall’amore verso il proprio lavoro e lo studio dei dettagli, che nel tempo ha conquistato sempre più clienti.

“Grazie alla nostra attenzione verso i prodotti del Sannio, nel corso del tempo la clientela è cresciuta e continua a crescere. Siamo, infatti, alla costante ricerca di prodotti locali per offrire ai nostri clienti sempre nuovi sapori e stimoli. Questo impegno viene ripagato dalle persone che tornano da noi e consigliano la nostra pizzeria”.

Ad attirare l’attenzione dei clienti, soprattutto l’utilizzo di farine rigorosamente made in Molise.

“Attingiamo tutte le nostre materie prime dal Molise, a cominciare dalle farine. Parliamo di grani antichi come solina, saragolla, risciola, romanella, farro e marzuolo che, con l’aggiunta di acqua, lievito madre, sale, olio ed una maturazione mai inferiore alle 120 ore, danno origine ai nostri impasti integrali, sapidi, fragranti e leggeri”.

Un’attenzione che, accompagnata a quella per le farciture e i condimenti, rendono sicuramente Bas&Co una tappa imperdibile per gli amanti della vera pizza.

Per saperne di più: BAS&CO

Il 1° maggio in Molise 683 1024 Molise Eccellenze

Il 1° maggio in Molise

Fiori, colori, odori. Raggi tiepidi, cielo limpido, clima sereno. Le passeggiate, il sapore del gelato, l’attesa dell’estate. A volte, arriva in fretta; a volte, si fa attendere; a volte, esplode e, poi, fa un passo indietro. La primavera è così: un arcobaleno infinito, che merita di essere festeggiato. E, infatti, sono numerosi in tutto il mondo (anche in Molise) i riti per celebrare il momento dell’anno dedicato alla rinascita della natura. Tra queste, la Festa del Maja di Acquaviva Collecroce (CB) e la Pagliara Maje Maje di Fossalto (CB).

La Festa del Maja

Nel borgo di circa 600 anime, dalle ore 9.00 del 1° maggio, la popolazione celebra la primavera con il Maj: una struttura a cono con caratteri antropomorfi, ricoperta di fiori di campo ed erbe.

A trasportala, per le strade del paese, un uomo infilato al suo interno, che viene seguito da una folla festosa. La tradizione può vantare un’origine molto antica e un’autentica discendenza slava. Il Maj, infatti, è presente in gran parte delle popolazioni slave con il nome di Zeleni Juraj (Verde Giorgio). Ad accreditare questa tesi, la storia del borgo dove, tra il XV e XVI secolo, si insediarono delle popolazioni slave in fuga dal predominio turco, che andava estendendosi nei Balcani. In conseguenza di ciò, inoltre, il paese è diventato a minoranza linguistica croata, il cui idioma parlato è lo Stocavo – Icavo, che veniva utilizzato 5 secoli fa in alcune zone della costa Croata. Accompagnando il Maj tra le vie del borgo antico, è possibile immergersi in un’atmosfera del tutto particolare, dominata dalla magia cavalleresca del medioevo.

Pagliara Maje Maje

La Pagliara Maje Maje è una struttura in rete metallica a forma di cono, adornata con erbe e fiori, colti da alcuni volontari il pomeriggio del 30 aprile. Ad animarla è un portatore che, accompagnato da suoni e canti popolari, attraversa le strade del paese, dove dai balconi o dalle finestre vengono versati dei getti d’acqua: un gesto per augurare abbondanti piogge e, dunque, raccolti generosi. Ecco, se non avete mai visitato Fossalto, il giorno più adatto è proprio quello del 1° maggio, quando il profumo dei lillà e le fresche foglie di olmo inebriano tutto il paese, creando una dolce magia. Sarebbe un’ottima occasione anche per assaporare la Lessima, una zuppa di legumi e cerali tipica molisana e in particolar modo di Fossalto, offerta ai turisti dopo che la Pagliara ha terminato il suo percorso.

Credit foto: turismoinmolise
Raccontare il Molise: la missione di Masseria Monte Pizzi 1024 575 Molise Eccellenze

Raccontare il Molise: la missione di Masseria Monte Pizzi

Sulla cima delle montagne dell’Alto Molise, a ben 1050 metri sul livello del mare, sorge Masseria Monte Pizzi. Una dimora rustica che, in linea con la normativa regionale per il turismo rurale, mantiene come fulcro la struttura originaria in pietra costruita nel XIX secolo. Il tradizionale muro in pietra, infatti, è senza dubbio il protagonista di un ambiente dotato di ogni confort, nonostante l’antica origine. Una volta abitazione della famiglia Falasca, tutt’ora proprietaria, l’edificio diventa una struttura ricettiva nel 2008, dimora ideale per ospitare cerimonie di vario tipo: dai banchetti per battesimi, comunioni e cresime alle feste di fidanzamento, fino al matrimonio di una coppia proveniente dagli Stati Uniti e innamorata dell’Alto Molise.

Una location il cui punto di forza è, sicuramente, lo stretto contatto con la natura: l’area circostante alla struttura, infatti, è prossima alla cosiddetta “buffer zone” della riserva MaB patrimonio Unesco di Montedimezzo ed al Sentiero Italia CAI, di recente oggetto di diverse operazioni di promozione turistica in ambito escursionistico. Il panorama di cui gli ospiti possono godere dalla struttura spazia dall’Alto Molise fino alle Mainarde e alla Montagnola Molisana, motivo per cui la masseria rappresenta una destinazione molto apprezzata soprattutto in primavera inoltrata e in autunno, quando il vasto giardino è al pieno del suo rigoglio. “La filosofia applicata nella gestione della struttura è stata in grado di trasformare una debolezza, cioè la posizione ultraperiferica, in uno dei motivi della scelta”. Tra le altre cose, infatti, l’ambiente incontaminato in cui sorge la struttura, la rende particolarmente gradita agli astrofili, visto lo scarso inquinamento luminoso in tutti i periodi dell’anno.

Gli arredi rispecchiano lo stile rurale, ma con una spiccata attenzione per i particolari; in più, le attività di costante miglioramento porteranno, già nella prossima stagione estiva, ad ulteriori servizi dedicati al wellness, che permetteranno di apprezzare ancora di più l’assenza di costruzioni intorno.

Una dedizione che, fin dalla sua apertura nel 2008, ha posto al centro il territorio e le filiere: “Ci siamo chiesti tante volte come avremmo potuto raccontare la nostra terra e abbiamo deciso di farlo attraverso le persone che, a nostro parere, la rendono speciale”. Negli anni, infatti, la Masseria ha affiancato alla tradizionale attività ricettiva turistica ed enogastronomica, quella di una promozione che sfrutta un rapporto di collaborazione quotidiano con ottimi artigiani, cercando piccole produzioni da offrire agli ospiti, sia a colazione che a pranzo e cena. Inoltre, numerosi sono gli eventi tematici aperti agli ospiti delle camere e agli esterni, quali presentazioni bibliografiche, escursioni, cooking class per ospiti dall’Italia e dall’estero, seminari sulla raccolta di erbe spontanee tipiche d’Appennino, tour a cavallo in collaborazione con centri equestri ed escursioni in mountain bike ed e-bike.

A coronare il tutto, l’attenzione minuziosa ai prodotti dell’enogastronomia locale, tra cui formaggi freschi e stagionati provenienti dai caseifici di Carovilli e pecorini di montagna, ma anche tartufi e carni locali; molto apprezzato è l’arrosto d’agnello, ma anche i primi a base di tartufo e funghi, preparati con la pasta rigorosamente fresca della tradizione molisana, così come l’uso del “quinto quarto” animale e dei legumi.

I vini in cantina, nonché la birra, sono rigorosamente molisani e spaziano dai metodi ancestrali fino ai vitigni autoctoni: Nadia Falasca, responsabile amministrativa e di sala, vanta il titolo di Sommelier qualificato con diploma AIS (Associazione Italiana Sommelier). Ma i riconoscimenti non finiscono qua: la struttura è stata tra i finalisti dell’Hospitality Social Awards in due edizioni consecutive, mentre la titolare, Maria Mercede Capeci, ha ricevuto l’attestato di eccellenza come “imprenditrice dell’anno” dalla Camera di Commercio Molise nel 2016. E, come se non bastasse, la Masseria ha ricevuto il premio “Best Traveler Choice” di Tripadvisor per due anni consecutivi, 2020 e 2021, con un rating pari a 9.5 per la piattaforma di Booking per il 2020.

Insomma, la struttura adatta per una vacanza di tutto relax, scaldata da un’accoglienza genuina e cordiale.

Per saperne di più: Masseria Monte Pizzi

Agriturismo La Ginestra: a tavola con le ricette dei nonni 1024 683 Molise Eccellenze

Agriturismo La Ginestra: a tavola con le ricette dei nonni

La storia dell’agriturismo “La Ginestra” ha inizio nel dicembre del 1999, quando la titolare, la signora Maria, intravide nell’azienda agricola di famiglia e nella sua bravura in cucina la ricetta vincente per un ristorantino immerso tra le ginestre tipiche delle Colline di Cercemaggiore (CB).

“Per i primi sei anni abbiamo fatto solo ristorazione, riscuotendo ottimi risultati fin da subito. La cucina a vista e un grosso camino sono le prime cose che colpiscono l’attenzione del cliente appena entra nella sala ristoro. Il nostro punto di forza sono i prodotti a centimetri zero, che rispettano la stagionalità e le tradizioni tramandate con amore e passione dai nonni. Una sintesi perfetta dell’autenticità della gastronomia contadina molisana”.

Ma tra tanta genuinità, sicuramente, regina indiscussa del menù è la zolletta, un particolare infuso composto da cinque tipi di erbe messe a macerare per giorni nell’alcol puro. “Papà venne a conoscenza della zolletta a Palmanova, durante il periodo militare, nel lontano 1967. Siccome non aveva preso bene la vita militare, ogni tanto veniva punito e designato alle guardie di confine. Lì notò che i soldati stranieri, per combattere il freddo, si distribuivano tra di loro queste “zollette” alle erbe. E, dopo tante peripezie, papà riuscì a farsi dare la ricetta. Quando tornò a Cercemaggiore e si fidanzò con mamma le promise che un giorno avrebbero aperto un localino immerso nelle ginestre e che, alla fine dei pasti, avrebbero distribuito le zollette digestive”.

Così, anno dopo anno, la famiglia Rosa ha conquistato sempre più clienti di ogni provenienza, impegnandosi ad ampliare la propria offerta.

“Per espandersi fuori dei confini regionali e italiani è necessario investire sulla struttura. Così, nel 2007, è nata “L’Oasi della Ginestra”, che ad oggi conta nove camere tutte dotate di ogni comfort e servizi”.

Un ricco percorso che ha condotto La Ginestra non solo a rappresentare il Molise in una puntata speciale di “Geo & Geo”, ma anche ad essere tra i protagonisti della trasmissione “I 4 Ristoranti”, condotta dal rinomato chef Alessandro Borghese. “Per l’occasione abbiamo coniato un nuovo termine per descrivere la sala di stagionatura dei salumi. Si tratta della sala dei lampadari, diventata un luogo fisso da visitare per i clienti dell’agriturismo. Abbiamo ottenuto un ottimo risultato, arrivando secondi con un solo punto di distanza dal primo posto. Dopo la messa in onda della puntata si è scatenato l’inferno! Siamo stati letteralmente presi d’assalto persino nei giorni feriali. La partecipazione a “Geo & Geo” è arrivata l’anno seguente e la sua diretta sulla pagina Facebook dell’agriturismo ha raggiunto quasi 10.000 likes. A Roma mio padre non poteva non portare la zolletta digestiva che ha colpito anche la presentatrice Eva Sagramola.”

Ma, per La Ginestra, i traguardi non si sono esauriti sul piccolo schermo, come testimonia il titolo di Agrichef ricevuto dalla signora Maria: una nuova figura professionale che contraddistingue la gestione dei migliori agriturismi italiani aderenti all’associazione Confederazione itailana degli agricoltori.

Da più di dieci anni, inoltre, l’azienda detiene il Marchio di Ospitalità italiana indetto dalla Camera di Commercio e, nel 2015, ha ottenuto la Bandiera Verde Agricoltura, riconoscimento attraverso il quale si premiano le aziende agricole che si sono particolarmente distinte nelle politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio.

Un impegno instancabile che si manifesta anche nella volontà di promuovere e valorizzare i prodotti tipici del territorio non solo attraverso l’attività, ma anche attraverso corsi di cucina contadina molisana che coinvolgono anche clientela dall’estero. Inoltre, dal 2018, Pino, il figlio della signora Maria, è presidente dell’associazione Turismo Verde Molise, che si occupa principalmente della promozione delle aziende agrituristiche molisane e dei prodotti enogastronomici.

Per saperne di più: La Ginestra