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Sostenibilità E Territorio: Parola Di Oleificio Trespaldum 630 630 Molise Eccellenze

Sostenibilità E Territorio: Parola Di Oleificio Trespaldum

Ambiente, qualità, unicità sono gli ingredienti che, oltre alle olive, fanno dell’olio di Oleificio Trespaldum un prodotto esclusivo e pregiato.

Correva l’anno 2007 quando, a Mafalda, piccolo paese del Basso Molise, nasceva l’oleificio Trespaldum. Da qui, il via ad una produzione autoctona e fortemente radicata al territorio, come lascia intuire il nome stesso dell’azienda: “In epoca Agioina, il nostro paese, Mafalda, assunse questa denominazione. Questa scelta è dettata dal profondo senso di appartenenza e di rispetto che ci lega al nostro territorio”. Ma sono state proprio la forte volontà di “costruire qualcosa che permettesse al territorio di essere valorizzato” e la grande passione familiare per il mondo dell’olio e dell’olivicoltura ha fatto sì che a nascere fosse proprio un oleificio.

Una realtà tutta familiare, che ha compreso come l’amore per la propria terra vada di pari passo con il rispetto dell’ambiente e del territorio: “Fin da subito, abbiamo deciso di perseguire queste finalità nel pieno rispetto per l’ambiente, sia per quanto riguarda le metodologie di coltivazione che per quelle di produzione. Per queste ultime difatti abbiamo adottato delle tecnologie energetiche rinnovabili che hanno permesso di rendere l’impianto di produzione interamente autosufficiente”.

L’azienda, infatti, ha scelto fin da subito di affacciarsi ad un’olivicoltura moderna, proprio con l’obiettivo di avere un impatto sull’ambiente che fosse il più ridotto possibile: “Abbiamo deciso così di soddisfare la necessità energivora necessaria all’attività attraverso l’adozione di tecnologie energetiche rinnovabili, quali pannelli fotovoltaici e solare termico, che hanno reso il nostro impianto per la produzione di Olio Extra Vergine di Oliva autosufficiente”.

Tante le azioni messe in opera per preservare l’ecosistema: dalla realizzazione di un impianto fotovoltaico sopra al tetto dell’oleificio, all’installazione di un impianto solare termico, grazie a cui beneficiare di acqua calda e di climatizzazione necessaria per monitorare la temperatura degli oli. Ma l’attenzione nei confronti dell’ambiente non si ferma ai mezzi all’avanguardia, bensì investe anche il processo di produzione: “Gli scarti derivanti dalla lavorazione dell’olivo, vengono interamente recuperati e riutilizzati. Nello specifico, le acque di vegetazione vengono utilizzate per una ferti-irrigazione dei terreni, mentre la sansa, viene conferita ad un’azienda specializzata per la produzione di energia elettrica”. E ancora, i materiali d’imballo derivanti dall’acquisto di materie prime, quali bottiglie o lattine, vengono spesso riutilizzati, nei limiti del possibile, per il confezionamento necessario alla spedizione delle merci. “L’obiettivo è quello di perseguire un’economia circolare basata sul paradigma delle 4R (riduzione, riuso, riciclo e recupero) in modo da estendere il ciclo di vita dei prodotti e contribuire alla riduzione dei rifiuti al minimo, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile”.

Un impegno costante e quotidiano frutto di passione e dedizione, che non hanno tardato ad essere notati: “Tra quelli ricevuti sicuramente non possiamo non citare il riconoscimento avuto nel 2017 dall’ASSAM Marche per la nostra “Gentile di Mafalda” in occasione della Rassegna Nazionale oli Monovarietali, premiata come nuova varietà autoctona. A seguito di questo, ci siamo impegnati ad ottenere il riconoscimento come “Presidio Slow Food” per la “Gentile di Mafalda”, tutt’oggi ancora confermato”. Per non parlare dei riconoscimenti a livello interenazionale, come la “Quality Platinum Award” conferita nel 2019 presso la London International Olive Oil Competitions, mentre, a livello regionale, i riconoscimenti legati ai premi “Goccia d’oro”. Inoltre, per ben tre anni consecutivi il riconoscimento come miglior olio Bio del Molise presso il concorso internazionale “Biol”, segno di un impegno costante e instancabile per quella che è una professione di vita. Non un semplice olio, ma un’esperienza emotiva.

Per saperne di più: Oleificio Trespaldum

Radice Verde, L’azienda Agricola “Green” 1000 667 Molise Eccellenze

Radice Verde, L’azienda Agricola “Green”

Una storia che prosegue dalle radici di semi già piantati. È così che nasce “Radice Verde”, dall’esigenza di mantenere viva una tradizione familiare nelle terre di Ripalimosani in provincia di Campobasso. “Nel 2010 attraverso un PSR subentro a mia madre prendendo le redini dell’azienda di famiglia, attiva nel settore dell’agricoltura fin dagli anni 70/80”.

Melina Zurlo, titolare dell’azienda, laureata in economia e turismo, dopo varie esperienze nel campo dell’amministrazione e della contabilità, decide di far mettere a frutto il sapere ereditato: “Come dico sempre, sono un caso di braccia rubate alla scrivania. Il mio è una sorta di ritorno nel tempo che guarda al futuro. In origine, l’azienda produceva soprattutto cereali, ma poi abbiamo sentito l’esigenza di rinnovare ed ammodernare. Per questo motivo, abbiamo iniziato con la coltivazione dei legumi, che rappresentano una novità nella produzione rispetto al passato”.

Ma è nel 2019 che all’omonima Azienda agricola di Melina Zurlo si sostituisce la denominazione “Radice Verde”: una formula inscindibile di cui la prima componente esprime “l’idea dell’inossidabile attaccamento di ogni persona alle proprie origini”, mentre la seconda parola “l’ineludibile direttrice green di ogni azione per il bene dell’ambiente”.

Tutela della salute, dell’ambiente e della fertilità dei terreni rappresentano, infatti, i capisaldi di un’azienda, come Radice Verde, che punta a curare la qualità piuttosto che la quantità. “Disponiamo di circa 20 ettari di terreno. La gestione è manuale e familiare, contiamo interamente sulle nostre forze. Qui in Molise, la nostra terra, facciamo vendita al dettaglio nel nostro punto vendita, ma siamo presenti anche nei centri commerciali nell’angolo fatto in Molise. Fuori dai confini regionali, poi, abbiamo contratti con privati, a Roma ad esempio”.

Una vasta gamma di prodotti nostrani, genuini e figli dei terreni molisani, che non finisce mai di arricchirsi di novità: “Oltre ai prodotti di base, come cereali farro, ceci, lenticchie, il nostro cavallo di battaglia sono sicuramente i fagioli, una varietà dalla buccia sottile, molto apprezzata dai nostri clienti, disponibili anche con l’aggiunta di tartufo, altro prodotto tipico delle nostre tradizioni culinarie”.

L’esigenza di stare al passo con i tempi e con i bisogni della contemporaneità, poi, ha portato a tante sperimentazioni, come, ad esempio, la pizza e minestra già pronta in barattolo, oppure le verdure stufate già cotte in barattolo. “Al giorno d’oggi si corre sempre, quindi perché non adattare le ricette della nonna, quelle che ci portano indietro nel tempo, alle richieste dei nostri tempi?”.

Ma anche zuppe di farro e legumi, biscotti con il farro, farine di ceci e fagioli, fino alla pasta fatta di legumi: un modo anche per rispondere positivamente al crescente numero di intolleranze alimentari, proponendo un prodotto alternativo e nutriente.

L’obiettivo costante di Melina? Crescere e crescere ancora. “Stiamo pensando anche di aprire un sito, per il momento abbiamo soltanto la pagine Facebook, ma stiamo lavorando per ammodernarci anche sui canali di vendita, oltreché su quelli di produzione”. Insomma, una generazione che ha passato il testimone a quella successiva, che a sua volta ha fatto oro dell’antico sapere, sposando tradizione con innovazione e slancio continuo verso il domani.

Per saperne di più: Radice Verde – Facebook

Mario Iannetta, il sarto che veste il tempo lavorativo dei suoi clienti 1024 683 Molise Eccellenze

Mario Iannetta, il sarto che veste il tempo lavorativo dei suoi clienti

“Non c’è suono più bello che quello di una forbice che taglia una stoffa. Crea emozioni indescrivibili e dona al tessuto una nuova forma, un nuovo inizio per diventare abito da indossare nelle occasioni speciali”

A vivere ogni giorno questa emozione è Mario Iannetta, giovane sarto molisano che nel suo atelier a Bojano crea abiti indossati in tutto il mondo.

“Terminato il Liceo Scientifico, mi sono iscritto alla facoltà di Economia di Campobasso, ma dopo qualche esame ho capito che quella non era la mia strada. Così, nel 2014, ho deciso di partire per Roma e frequentare l’Accademia dei Sartori del Maestro Gaetano Aloisio, studiando la mattina e il pomeriggio lavorando in bottega. Diciamo che ho deciso di ripercorrere la tradizione sartoriale fortemente radicata in Molise. Basti pensare, infatti, che solo da Capracotta (riconosciuta come patria della sartoria), nel corso del ‘900, sono nati più di mille artigiani sartori celebri in tutto il mondo”.

Ha inizio così un percorso di studio e passione che ha condotto Mario alla vittoria, nel 2018, del prestigioso Premio Nazionale Forbici D’oro Jr e alle prime esperienze lavorative.

“Ho lavorato prima a Roma presso la Sartoria di Romano Natali, poi, nel 2019, dopo una breve tappa a Milano, ho deciso di tornare in Molise per coronare il mio desiderio di aprire una sartoria tutta mia. Tra l’altro, credo molto nelle potenzialità della mia terra, il Molise. Proprio per questo, ho deciso di tornare”.

Nasce così ‘Mario Iannetta Sartoria’, un luogo magico dove attenzione al dettaglio e alla qualità producono abiti su misura destinati a rimanere intatti nel tempo.

“Per realizzare un abito occorrono 100 ore, più quattro incontri con il cliente. Raggiungo i clienti anche oltre i confini nazionali per far provare l’abito nel mentre viene cucito. L’abito, infatti, deve essere scolpito sul corpo di chi lo indossa.

Riservo molta attenzione anche ai materiali utilizzati che sono esclusivamente naturali, salvaguardando sia l’ambiente che il benessere del corpo. Ogni vestito è creato per durare nel tempo e per essere indossato anche dieci ore consecutive, lasciando la pelle respirare. È per questo che spesso dico di vestire il tempo lavorativo dei miei clienti. Molti di questi, infatti, sono businessmen che indossano l’abito 300 giorni all’anno e per molte ore al giorno”.

Una vera seconda pelle per i clienti di Mario, che vengono da ogni parte del mondo per affidarsi alle sue mani. L’alta qualità dei tessuti e dei materiali è studiata, infatti, per resistere a più lavaggi rispetto ad un normale capo d’abbigliamento industriale e non artigianale. Al rispetto della grande tradizione sartoriale, dunque, Mario aggiunge il suo tocco innovativo: “Il classico abbigliamento elegante maschile è quello che si è affermato negli anni ’20 del Novecento, periodo in cui la moda ha toccato il culmine della raffinatezza nel vestiario maschile. Una cosa che forse non tutti si aspettano è che il rosa era un colore molto gettonato, perché si associava al colore del dio Marte”.

E poi, come accade per ogni forma d’arte, anche quella sartoriale conosce diverse scuole: “Sono varie le scuole sartoriali della tradizione italiana, quella a cui io sono più vicino è sicuramente quella di Roma, un tipo di moda piuttosto austero, che predilige le forme più asciutte”.

Ma non solo abiti maschili: tra un businessmen e l’altro, Mario ha coniato, infatti, anche una linea tutta femminile. “Alice Bellagamba, volto noto della televisione italiana, in realtà è una mia cara amica ed è anche il volto della mia creazione dedicata alle donne, un camicione da indossare sopra un vestito, o una t-shirt, pensato, come la linea maschile, per una giornata di lavoro”.

Insomma, unicità, qualità e tanto altro sono i distintivi di un laboratorio, quello di Mario Iannetta, che ha unito al talento naturale studio instancabile e quotidiano impegno, sempre foriero di novità.

Per saperne di più: Mario Iannetta Sartoria

Gli incantesimi di cuoio di Fernando Tomba 1024 683 Molise Eccellenze

Gli incantesimi di cuoio di Fernando Tomba

Precisione, qualità, unicità e tanta passione. Sono queste le caratteristiche principali degli “Incantesimi di cuoio” realizzati da Fernando Tomba, che ha trasformato “un gioco per amore” nel mestiere della sua vita.

“La passione verso ciò che è diventato il mio lavoro, nasce da quando ho iniziato a realizzare dei piccoli lavoretti da regalare a colei che sarebbe diventata mia moglie e la madre dei miei bambini. Pian, piano la mia voglia di diventare un artigiano del cuoio cresceva sempre di più. Così, a sei passi dalla laurea in biologia molecolare, ho deciso di aprire un piccolo laboratorio, avendo come ispirazione il mondo della natura al quale sono molto legato sia in qualità di ex allevatore di animali esotici, che di pioniere in itinerari montuosi”.

È così che la bottega di Fernando in via Garibaldi a Campobasso da luogo di incontro tra amici è diventata un punto di riferimento soprattutto per appassionati di caccia e animali a quattro zampe che desiderano avere degli oggetti unici.

“A caratterizzare il mio lavoro è, innanzitutto, l’origine del materiale. Il cuoio che utilizzo, infatti, proviene solo ed esclusivamente dall’Italia e, soprattutto, è certificato. A ciò si aggiunge la personalizzazione e l’unicità di ciò che realizzo. Ogni cliente ha la possibilità di scegliere il colore del cuoio, i millimetri ed eventuali scritte o disegni da incidere sull’oggetto desiderato”.

In questo modo, nascono cartucciere, borse da caccia, collari per cani e tanti altri oggetti che raggiungono ogni parte d’Italia e non solo. Insomma, veri e propri manufatti che vantano una qualità distintiva: l’esclusività. “Ecco, è proprio l’esclusività che voglio darvi, la bellezza di un oggetto che si crea dalle vostre idee e volontà”. Un dialogo aperto tra le mani di Fernando che creano e il desiderio del cliente che guida e plasma indirettamente la realizzazione del prodotto. In un mondo che omologa e industrializza i prodotti, spesso in barba alla qualità, la bottega di Fernando si ritaglia il suo spazio di urgente e necessaria unicità.

Per saperne di più: Incantesimi di Cuoio

Alla scoperta dell’Eremo di Sant’Egidio 1024 1024 Molise Eccellenze

Alla scoperta dell’Eremo di Sant’Egidio

L’Eremo di Sant’Egidio

L’Eremo, ai piedi della Morgia Quadra di Frosolone (IS), è una vera perla. Ad accogliere i visitatori, l’antichissima chiesa di Sant’Egidio che, nel Medioevo, era una cappella, dipendente dal vicino convento di Sant’Onofrio. Tutelata dagli Antoniani, secondo la tradizione, è diventata famosa per le numerose guarigioni miracolose di cui i monaci sono stati protagonisti. All’inizio del 1300, dopo che la Chiesa di Roma ha scomunicato la congregazione, la cappella venne distrutta insieme al convento di Sant’Onofrio. Negli anni successivi, è stata ricostruita, probabilmente dagli eremiti e dai venditori di bestiame, che si recavano a Sant’Egidio per la fiera di fine estate. Nel 1704, grazie a Michele Vago e Antonio Zaccagnino, al posto della cappella, venne edificata una vera e propria chiesa. Caduta a pezzi con il terremoto del 1805, il piccolo complesso è stato ricostruito e, a seguire, restaurato diverse volte. L’ultimo rinnovo è avvenuto negli anni ‘80. La chiesa di Sant’Egidio rappresenta un luogo di culto molto caro ai frosolonesi, soprattutto perché ospita la statua della Vergine Incoronata che, secondo la tradizione, è apparsa nei pressi della chiesa più volte. All’interno delle mura sacre, inoltre, è conservato un antico e pregiato manoscritto che elenca alcuni miracoli compiuti da Sant’Egidio. Andando oltre la chiesa, ciò che colpisce di più è, sicuramente, il paesaggio circostante. In questi spaccati, è possibile vedere qualche cavallo allo stato brado o, più semplicemente, mandrie tranquille di mucche e greggi di pecore che, al tramonto, vanno ad abbeverarsi, dopo un abbondante pasto di foraggio. Lo stesso che rende il latte e i formaggi di Frosolone talmente tanto buoni da soddisfare i palati dei più severi buongustai.

Colletorto – Notti Angioine 1024 796 Molise Eccellenze

Colletorto – Notti Angioine

Adagiato su dolci colline, a pochi passi dal lago di Occhito, sorge Colletorto, facilmente riconoscibile per la torre angioina che lo caratterizza.

Sita nel centro del paese, di fronte la chiesa di San Giovanni Battista, è una delle protagoniste dell’evento più grande che si svolge in paese, le “notti angioine”.

Ideato a metà anni ’90 è una rievocazione storica, tenuta l’11 ed il 12 agosto, a ricordo dell’arrivo della sovrana Giovanna I d’Angiò in paese.

Il primo giorno, in Largo Angioino, vanno in scena giochi medievali quali tiro con l’arco storico, lotteria del coniglio, tiro allo scudo, tiro al barattolo e tornei di balestra, oltre ad altri giochi e sfide; non mancano, ovviamente, degustazioni di prodotti tipici.

Il 12 agosto, invece, si apre con il corteo storico che, partendo dal corso, si snoda attraverso le vie principali addobbate con bandiere e stendardi. A seguire, ai piedi della torre, i circa quattrocento figuranti, alcuni dei quali facenti parte di associazioni arrivate da altre regioni d’Italia, mettono in scena la burrascosa storia della Regina. Per chiudere, intorno alle 22, lo spettacolo più atteso, ovvero l’incendio artistico della torre.

Credit foto: turismoinmolise
Dimora del Prete: un’esperienza dal sapore antico 1024 688 Molise Eccellenze

Dimora del Prete: un’esperienza dal sapore antico

Dallo spirito lungimirante di Dorothy Volpe, alla fine degli anni ’90, nasce la Dimora del Prete, nello storico palazzo appartenuto all’omonima famiglia.

“L’idea di aprire un B&B nasce insieme a mio marito. Dopo la sua perdita, ho sempre avuto la casa piena di amici che ospitavo con grande piacere reciproco. Allora, ho pensato di intraprendere un’attività redditizia che ci potesse aiutare a sostenere le enormi spese che comporta la manutenzione di una dimora storica. Quindi, nel 1998 ho iniziato a studiare il miglior modo per aprire un’attività ricettiva, pensando anche a quale formula adottare. All’epoca, in Molise non c’era ancora la legge sui B&B e, quindi, ho deciso di aprire un’attività di affittacamere che ormai è attiva da 23 anni”.

Così, i notevoli pregi architettonici del palazzo, vincolato dal Ministero delle Belle Arti, hanno richiamato l’attenzione di tanti clienti da parte di tutto il mondo: “Nei primi anni avevo il 50 o 60% di ospiti stranieri da tutto il mondo, in particolare da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Australia, Canada e Nuova Zelanda. Dopo il Covid, la percentuale degli italiani è molto aumentata, anche se continuano a venire molti turisti anche dall’estero”.

Ad accogliere gli ospiti “5 camere matrimoniali e una suite, tutte dotate di un balcone con vista e bagno privato. La dimora possiede anche una SPA, dove rilassarsi con sauna e bagno turco”. A dare un tocco di fascino alla struttura, il valore storico e artistico delle sue antiche decorazioni: “Il palazzo è appartenuto alla famiglia del Prete fin dal suo primo restauro risalente alla metà del diciannovesimo secolo. Il salone principale, il cui soffitto è completamente dipinto, è rivestito da seta delle antiche seterie borboniche di San Leucio e conserva ancora gli arredi originali. La sala da pranzo, invece, è decorata con scene di caccia, trompe l’oeil ad imitazione degli affreschi pompeiani, muse e particolari architettonici ed archeologici.

Infine, il giardino interno e la grande terrazza del palazzo vantano un bellissimo panorama sui monti del Matese. Il palazzo è stato costruito su edifici preesistenti di epoca cinquecentesca”. Uno dei segreti di tanto successo è proprio il rapporto umano e confidenziale che si instaura con i clienti: “Gli ospiti sono considerati come amici e, se lo desiderano, li aiutiamo ad organizzare le giornate della loro permanenza”. L’eccellenza di questo gioiello tutto molisano risiede proprio nel fatto che “si tratta dell’unica attività ricettiva in una dimora storica in Molise ancora abitata dalla famiglia che l’ha costruita e con arredi autentici risalenti a più di due secoli fa”.

Per saperne di più: Affittacamere Dimora del Prete

Caseificio molisano Barone: “dove la tradizione è arte” 1024 684 Molise Eccellenze

Caseificio molisano Barone: “dove la tradizione è arte”

È il 1948 quando, dalle macerie del conflitto, Luigi Barone decide di fondare il Caseificio molisano Barone, prima con alcuni soci, in seguito autonomamente.

Un importante passo avanti per l’azienda avviene, poi, negli anni ’60, quando Luigi decide di inserire nell’attività il genero Settimio Perrella. “Settimio, già portatore di un’importante tradizione casearia nel campo delle paste filate, quella di Bojano, introdusse in azienda la morbidezza e la ricchezza di latticello che ancora oggi caratterizza la mozzarella Barone”. E così, Settimio insieme alla figlia di Luigi, Lina Barone, portò avanti il lavoro intrapreso dal fondatore del caseificio, in un periodo storico, tra l’altro, in cui le donne imprenditrici non erano molto numerose.

A guidare i passi della coppia, i tradizionali metodi produttivi naturali, che ancora oggi vengono utilizzati. “Il cuore della produzione del caseificio è la mozzarella, ma non mancano gli altri prodotti tipici della tavola molisana come scamorza appassita, caciocavallo e ricotta. La mozzarella Barone si caratterizza per la morbidezza, la leggerezza e l’elevata attenzione alla scelta della materia prima, il latte, sempre di altissima qualità. Mentre negli ultimi decenni molte aziende casearie hanno fatto sempre più ricorso a sistemi produttivi di carattere industriale, pensiamo all’utilizzo degli acidi per accelerare i processi di maturazione, l’azienda Barone è rimasta ben ancorata ai metodi delle antiche aziende artigianali. Ciò, unito a un particolare modello innovativo e alle capacità dei nostri casari, custodi della tradizione, consente una caratterizzazione dei nostri prodotti”.

Vinchiaturo, sede storica dell’azienda, rappresenta soltanto il primo tassello di un processo di produzione e di vendita che negli anni è arrivato fino al Medio Oriente: “La mozzarella Barone è esportata principalmente in Medio Oriente (Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Qatar) ma è possibile trovarla anche in Europa, dove abbiamo un primo distributore belga”. Ma i progetti non finiscono qua: “Dopo l’allargamento del mercato anche a quello estero, avvenuto negli ultimi anni, e il rinnovo delle principali macchine per il confezionamento, la nostra attenzione continuerà a focalizzarsi sui temi che più ci sono a cuore: la qualità e l’ambiente. In particolare cercheremo di migliorare ulteriormente i già buoni sistemi di gestione e controllo dell’utilizzo di risorse naturali quali acqua, energia elettrica e metano”.

Per saperne di più: Caseificio Molisano Barone

Monticelli: la cucina molisana tra passato e futuro 800 600 Molise Eccellenze

Monticelli: la cucina molisana tra passato e futuro

Trasformare in colori e in sapori le classiche atmosfere del centro storico di Campobasso è l’audace missione che il ristorante Monticelli si impegna a portare avanti fin dall’inizio della sua attività: “Monticelli nasce nel 2006 da un’idea mia e di mio fratello Stefano. Non volevamo lasciare il Molise dopo la laurea e così abbiamo pensato di realizzare un progetto di recupero delle tradizioni. Man mano che lavoravamo al progetto, ci siamo resi conto che un ristorante sarebbe stata la cosa migliore”.

Ed è così che nasce il ristorante Monticelli Sapere e Sapori dal nome della via in cui era situato inizialmente, prima di trasferirsi nell’attuale sede di Via Sant’Antonio Abate. “Con il passare del tempo, io e mio fratello Stefano ci siamo appassionati sempre di più al mestiere. Inizialmente ci occupavamo entrambi della sala, poi i nostri ruoli si sono divisi”. Per ironia della sorte, infatti, a cambiare il ruolo di Simona ci ha pensato il destino: “Ad un certo punto del nostro percorso lavorativo, il cuoco ha subito un incidente che lo ha costretto ad una lunga convalescenza. Quindi, per sopperire alla mancanza di uno chef, ho fatto il mio primo ingresso in cucina. In realtà, già nutrivo una certa passione per la cucina ed ero anche brava; poi, con il passare del tempo, ho iniziato a ricevere tanta approvazione da parte dei clienti e così ho cominciato a lavorare sodo per affinare le mie doti in cucina”.

Ha inizio, così, un percorso che negli anni ha condotto Simona e Stefano ad ottenere non solo il consenso dei clienti nella realtà locale, ma anche molteplici riconoscimenti: “Il ristorante Monticelli è stato premiato agli Chef Awards 2017 tra i 100 migliori ristoranti d’Italia e lo chef Simona De Castro ha ricevuto il premio come “miglior chef donna d’Italia” durante la premiazione dei 10 migliori chef del paese. Monticelli ha vinto inoltre la competizione televisiva del noto programma “4 Ristoranti” di Alessandro Borghese per la migliore cucina autentica molisana”. A completare il medagliere, anche il premio Mestolo d’argento ricevuto nella persona della chef Simona De Castro da parte dell’Accademia della cucina molisana e la partecipazione a diverse trasmissioni televisive quali Gustibus su La7TV, Geo&Geo su Rai 3.

Vetrine che hanno sicuramente contribuito a far conoscere il ristorante Monticelli in tutto il territorio nazionale e internazionale, anche se in alcuni casi il passa parola è stato una carta vincente, tanto quanto la presenza del ristorante in guide importanti come “Gambero Rosso”, “Ristoranti d’Italia”, “Trattorie d’Italia”, “EuroToque Italia”; “Alcuni turisti sono venuti a trovarci addirittura da Boston, grazie al consiglio di una loro amica concittadina che era già stata da noi”. Ad assaporare le creazioni di Simona, dunque, anche palati internazionali e, in certi casi, molto noti: “Grazie alla collaborazione con Poietika, abbiamo ospitato personalità di spicco come Steve McCurry”. I clienti, inoltre, possono godere di un’ampia scelta di vini, sapientemente curata dal sommelier Stefano De Castro, con un numero di etichette che arriva a 400. Tra queste, molte sono molisane, come anche, d’altronde, le scelte culinarie: seppur proposte in chiave rivisitata, le pietanze ricordano i sapori tradizionali del passato e la cucina tipica delle massaie: “Ho immaginato di trasformare le materie prime senza perdere i colori e le sfumature, a volte aspre della mia terra, come fossero un riconoscimento da offrire a coloro che hanno accompagnato con tenerezza la mia vita”. La nota caratterizzante di Simona, infatti, è proprio la creatività e l’originalità che contraddistingue le ricette della tradizione: “Come amo affermare, ho il palato nella testa, cosa che mi consente di combinare gli ingredienti e di creare formule innovative attraverso le quali propongo le ricette della tradizione in una veste tutta nuova”.

Per saperne di più: Ristorante Monticelli

Ludovico Original: un brand Made in Molise 1024 506 Molise Eccellenze

Ludovico Original: un brand Made in Molise

Il desiderio di creare un personal brand nel mondo della moda, nel 2015 Francesco Ludovico ha dato vita a Ludovico Original.

“Ho iniziato con gli accessori perché sono il capo di moda più ricercato. Attualmente, il brand produce papillon, cravatte, fazzoletti da taschino, papillon in legno, t-shirt e camicie. La parte creativa è diretta da me. In questo processo, prendo spunto dalla quotidianità e dal mio vissuto personale per poi trasferire tutto ai grafici”.

Accessori, dunque, che nascono da un grande lavoro di squadra.

“Le camicie e le t-shirt sono confenzioniate da fashionisti molisani. Tutto il resto, invece, dal mio sarto storico specializzato in accessori”.

Una vera eccellenza made in Molise.

“Tutti i prodotti sono interamente creati e confezionati in Molise con materie prime di qualità, modellate dall’estro e dalla tenacia tipica dei molisani”.

Ed è così che nascono simpatici papillon con i pois, alternativi papillon in legno, camicie e cravatte al passo con la moda ma mai scontate.

“I prodotti sono acquistabili sul sito e-commerce Ludovico Original. In passato, avevamo anche una rete distributiva in varie regioni ed il brand era presente in circa 15 negozi in tutta Italia con dei corner. Ora per renderlo più esclusivo, ho deciso di focalizzare la commercializzazione solo su Internet”.

Per saperne di più: Ludovico Original